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A Monieux, nota in un lontano passato per non aver mai negato ospitalità a viandanti e fuggiaschi, da secoli si racconta di un orribile pogrom e di un tesoro nascosto. È qui, tra le montagne della Provenza, che Stefan Hertmans comincia un viaggio nel tempo, percorrendo la Francia dei crociati, dalla Normandia a Marsiglia, per poi toccare Genova e spingersi a sud, verso la Sicilia e, al di là del mare, l'Egitto. Instancabile, cammina sulle tracce di una nobildonna normanna che a quell'eccidio riuscì a sopravvivere, una giovane dalla volontà di ferro che lui, per anni, ha cercato e inseguito, rincorrendone la storia. Chi era questa donna? Perché scappava? Alla fine dell'Undicesimo secolo, la bella Vigdis Adelais, con i suoi riccioli biondi e gli occhi blu ereditati dagli antenati vichinghi, si innamorò di David, studente alla yeshivah di Rouen e figlio di un potente rabbino. Il suo amore proibito le costò l'esilio e più di mille chilometri di fuga, braccata dagli uomini del padre e dai crociati che, numerosi, partivano alla volta di Gerusalemme, seminando morte e distruzione. Basata su fatti e documenti, la storia di Vigdis, che per amore diventò Hamoutal e voltò le spalle alla propria fortuna, al buon nome e al futuro, trascina il lettore in un mondo di passione e violenza, dove le strade rimbombano di urla, nenie ed echi di tamburo, e nel caos brillano i colori della vita quotidiana dell'epoca. Storia epica e ritratto di una donna di sconvolgente modernità, "La straniera" è anche un romanzo sull'identità e su una condizione che si ripete nei secoli: quella del rifugiato.